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Punteggi dei critici
97 Wine Spectator
Light brick with orange edge. This also exhibits a slight vegetal note initially, along with plenty of forest underbrush, growing more penetrating with a core of sweet cherry in its bouquet. A caressing red, full of silky, sweet cherry and berry flavors and smoke. A picture of finesse, superb balance and a long finish. This loses nothing after an hour in the glass.--La T?che non-blind vertical. Drink now through 2020. ?BS
90 Robert Parker
PRODUCTION: 2,354 cases. This wine is clearly in decline, but at one time it was a great La Tache, meriting a score of 96 or higher (the DRC Richebourg and Grands Echezeaux were also magnificent in 1966, but they too are heading toward their graves). The 1966 La Tache's color exhibits more depth than the 1970, with some medium ruby/garnet accompanied by considerable orange, rust, and amber at the edge. The nose remains 90+ material, offering intense, fragrant scents of saddle leather, sweet, jammy, red and black fruits, cedar, herbs (Michael Broadbent always calls this vegetal herbaceousness "beetroot"), and that game-like, smoked meat character. The flavors reveal more alcohol, glycerin, tannin, and acidity than fruit. Some tasters felt this wine was way over the hill, whereas others thought it to still be a complex, rich, enticing red Burgundy, aromatically speaking, but quickly drying out on the palate.
Produttore
Domaine de la Romanée Conti
La tenuta vinicola più iconica non solo della Borgogna, ma di tutta la Francia, se non del mondo intero. Con il monopolio dei due vigneti più grandi - Romanée-Conti e La Tâche - e con una generosa quantità di altri vigneti a Vosne-Romanée e oltre, la tenuta si è assicurata da lungo tempo uno status venerato, pur essendo totalmente discreta e perfino modesta. La Casa è di proprietà delle famiglie Villaine e Leroy-Roch, con Aubert de Villaine alla guida della tenuta fin dal 1974, ma può far risalire le proprie radici al XIII secolo, quando i monaci di Saint-Vivant piantumarono le prime viti. La tenuta è biologica dagli anni Ottanta e biodinamica dagli anni Novanta. Indubbiamente, è anche la tenuta più famosa nella regione ad adottare (e ad averlo sempre fatto) la fermentazione a grappoli interi, una tecnica tradizionale sempre evitata da Henri Jayer, ma che in anni recenti ha ispirato molti altri viticoltori. Allen Meadows, probabilmente l’esperto di Borgogna e il critico più competente del mondo, ha dato un punteggio perfetto a un solo vino: il Romanée-Conti del 1945.