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Punteggi dei critici
95 Robert Parker
Scents of lily, honeysuckle, and hyacinth grace a Coche-Dury 2007 Corton-Charlemagne that is as wafting in floral perfume, buoyant, vivacious, and generous as any young wine from this formidable, often youthfully forbidding appellation (not to mention any of Coche's) as I can recall. There is a lovely creaminess here, along with savory, saline and almond and pistachio oil elements, underlying juicy fresh apple and lime. This finishes winsomely, with its sheer persistence spelling grand cru. I would anticipate at least 12-15 years of delight and fascination. Jean-Francois Coche finished his 2007 Chardonnay harvest by mid-September, and of his whites were bottled in April. He characterizes the fruit as having been healthy, relatively high in malic acid, and easy to vinify, with alcohol levels (after very light but at this address routine chaptalization) between 12.5% and 13%. Coche is among many growers to not only draw the comparison with 2004, but to claim that this represents the only possible point of reference that even occurs to him. That said, he considers the 2007s slightly fruitier and more forward.
Produttore
Domaine Coche-Dury
Coche-Dury non è solo uno dei produttori più iconici di tutta la Borgogna, ma anche uno dei più enigmatici. Sembra quasi che per riuscire ad attraversare le porte delle sue cantine si debba vincere alla lotteria. La tenuta non ha un indirizzo e-mail e l’unico modo per riuscire ad avere un appuntamento è via fax. Forse. Ma è improbabile. Alla tenuta sono anche incredibilmente umili. Conoscono bene la grandezza dei loro vini, ma sono ancora dei semplici “vignaioli”. Quello che più gli importa è lavorare le viti e permettere alle uve di esprimere al meglio il terroir. Jean-François Coche, patriarca della tenuta, iniziò a lavorare con il padre nei primi anni Settanta. Nel 1975 sposò Odile Dury, che aggiunse alla tenuta alcune proprietà personali, creando così il nome Coche-Dury. Oggi il figlio Raphaël ha più o meno preso in mano le redini della casa vinicola, con l’aiuto della giovane moglie Charline. Dai loro quasi 9 ettari di vigneti producono Bourgogne, Puligny-Montrachet, Auxey-Duresses, Monthélie, Volnay e le loro due denominazioni più famose: Meursault (vari imbottigliamenti) e Corton-Charlemagne. A differenza di altri produttori della regione, hanno resistito al cambiamento e le loro modalità di produzione dei vini sono oggi le stesse con cui li hanno prodotti da tanti anni a questa parte. Amano anche che i loro vini abbiano un po’ di verve, quindi tendono a vendemmiare presto per conservare l’innata acidità delle uve.