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DRC Romanée St. Vivant 1993 600cl

AOC Grand Cru | Côte de Nuits | Borgogna | Francia
Esaurito
Punteggi dei critici
92 Wine Spectator
Closed and tough, featuring tannic, austere character that's almost rustic. Offers plenty of redberry and blackberry flavors. Seems somewhat awkward and off-balance now, but it's a big wine and the potential is there. Try in 2005.
87 Robert Parker
I am never as thrilled with the Romanee-St.-Vivant as are others. Certainly the 1993 possesses the tell-tale, earthy, cinnamon, herb, and black-cherry-scented nose with an undeniable strong mineral and vegetal component. The wine comes across as slightly rustic, with high tannin, and its toughness and compactness indicate it needs 8-9 years of cellaring. It may have the potential to last for two decades, but I am not sure how much fruit is going to emerge from behind the savage tannin level. It is medium-bodied and marked by its terroir. The DRC's 1993s possess the vintage's toughness, tannic structure, austerity, and aging potential. They will not be flattering to drink in their youth, and most will require 6-10 years of cellaring. Typical of the vintage, they appear to be the most tannic and structured wines made at this domaine since 1983.
Produttore
Domaine de la Romanée Conti
La tenuta vinicola più iconica non solo della Borgogna, ma di tutta la Francia, se non del mondo intero. Con il monopolio dei due vigneti più grandi - Romanée-Conti e La Tâche - e con una generosa quantità di altri vigneti a Vosne-Romanée e oltre, la tenuta si è assicurata da lungo tempo uno status venerato, pur essendo totalmente discreta e perfino modesta. La Casa è di proprietà delle famiglie Villaine e Leroy-Roch, con Aubert de Villaine alla guida della tenuta fin dal 1974, ma può far risalire le proprie radici al XIII secolo, quando i monaci di Saint-Vivant piantumarono le prime viti. La tenuta è biologica dagli anni Ottanta e biodinamica dagli anni Novanta. Indubbiamente, è anche la tenuta più famosa nella regione ad adottare (e ad averlo sempre fatto) la fermentazione a grappoli interi, una tecnica tradizionale sempre evitata da Henri Jayer, ma che in anni recenti ha ispirato molti altri viticoltori. Allen Meadows, probabilmente l’esperto di Borgogna e il critico più competente del mondo, ha dato un punteggio perfetto a un solo vino: il Romanée-Conti del 1945.