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La Violette 2019 75cl

AOC | Pomerol | Bordeaux | Francia
CHF 324.30
Punteggi dei critici
95 Vinous
The 2019 La Violette offers typical ravishing scents of blueberry, crème de cassis and violet (of course), modern yet irresistible and well-defined, and better than in previous years. The palate is medium-bodied, fleshy yet balanced, with supple tannins, copious, lightly spiced red fruit and a pure, concentrated finish. A delicious Pomerol that offers hedonic pleasure.
93 Robert Parker
From a site with soils richer in clay that's planted with more Merlot, the 2019 La Violette is even more powerful than its stablemate Le Gay. Offering up aromas of plum preserve, strawberry liqueur, loamy soil, burning embers, spices and dark chocolate, it's full-bodied, thick and textural, with a rich, muscular profile and a broad, heady finish. This is a ripe, powerful wine that privileges impact over finesse, but it will give plenty of pleasure for admirers of the style.
92 Wine Spectator
Seductive, with warm plum sauce and blackberry compote notes rolling through, carried by a velvety structure and infused liberally with anise and dark tea through the toasted finish. Drink now through 2033. 416 cases made. — JM
Produttore
Château La Violette
Château La Violette è una tenuta di Pomerol di dimensioni microscopiche che negli ultimi anni si è guadagnata uno status di culto. Fino al 2006, conosceva un’esistenza tranquilla, che alcuni potrebbero definire oscura. In quell'anno è stata acquistata dall'incredibilmente dinamica Catherine Péré-Vergé, proprietaria di Château Le Gay e Château Montviel, oltreché di diverse cantine in Argentina. Le viti si trovano sull'altopiano di Pomerol e sono incredibilmente ben posizionate, vicino a Trotanoy. Benché la proprietà si estenda per 3 ettari, a causa di un recente reimpianto, soltanto 1,4 ettari delle sue vecchie viti (alcune di oltre 50 anni) possono essere impiegati per produrre il vino, rendendolo particolarmente difficile da trovare. Una volta che le uve sono state diraspate a mano, vengono lasciate fermentate in modo insolito in botti nuove di rovere francese. Con Michel Rolland come consulente enologo, ha raggiunto il suo apice in entrambe le annate 2009 e 2010, ricevendo rispettivamente 98 e 100 punti.