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Clos de la Roche Vieilles Vignes (Ex-Domaine) 2006 300cl

Côte de Nuits | Borgogna | Francia
CHF 3’232.20

Altre annate

2006
Punteggi dei critici
97 Robert Parker
Sweetly ripe black fruits in the nose of the Ponsot 2006 Clos de La Roche Cuvee Vieilles Vignes prepare the way for a more succulently, generously sweet fruit, plush texture, and generally sunny disposition than that presented by the corresponding Clos St.-Denis. Ripe cherry and red currant flood the creamy, silken palate with sweetness, while some of the same notes of citrus oil, floral perfume (here iris), and peat as exhibited in the Clos St.-Denis swirl about, too. Saline, chalky suggestions help offer contrast and a sounding board to the fruit, and this finishes with exhilarating lift, riveting interplay, and phenomenal length. Here is a combination of textural allure and backbone for which velvet gloves and iron fists seem inappropriately mundane – not merely archaic – metaphors. Blind – I must confess (and did, to Ponsot) – that I would more likely have guessed this to be Musigny than Clos de la Roche. In an extreme instance of a phenomenon shared by many of the best 2006s, I find this irresistible now; find it hard to imagine its having ornery or sulking phases; yet expect it will be worth following for 20 years.
Produttore
Domaine Ponsot
Una delle tenute più radicali di tutta la Borgogna, il Domaine Ponsot è stato gestito per circa vent’anni da Laurent Ponsot, uomo elegante, raffinato e individualista. La tenuta fu creata nel 1872 da suo prozio William Ponsot, originario di Saint Romain. Fatto insolito rispetto a quanto avveniva allora, fin dall’inizio imbottigliarono in proprio una parte dei loro vini, ma solo per il consumo familiare o per i loro ristoranti (a quei tempi possedevano un franchising di buffet di stazione nel nord Italia). In termini di vinificazione, Laurent è sempre stato un purista. Tuttavia, non ha mai spiegato nel dettaglio cosa facesse esattamente: probabilmente gli piaceva mantenere il segreto, ma magari desiderava semplicemente che il vino parlasse per se stesso piuttosto che sezionarlo in un’analisi passo per passo delle tecniche di vinificazione, sostenendo la teoria secondo cui “la somma è maggiore delle singole parti”. In generale, preferiva che le uve parlassero da sole. Dal 2005 i suoi vini vanno alla grande in ogni singola annata. Nel 2017 Laurent Ponsot ha terminato le sue attività presso il Domaine e la gestione della tenuta è rimasta nelle mani della sorella Rose-Marie Ponsot, aiutata da Alexandre Abel.