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La Violette 2010 150cl

AOC | Pomerol | Bordeaux | Francia
CHF 3’134.90
Punteggi dei critici
19 Rene Gabriel
Tiefes Purpur, satt in der Mitte, Granatschimmer am Rand. Delikates, leicht milchiges Bouquet, Holunder und Cassis, mit schwarzer Schokolade unterlegt. Sublimer Gaumen, sanfte Tannine, weich mit velours-artiger Textur, wunderschön balanciert, im Finale mit Cassis endend. Und wenn man Cassis alleine punktieren könnte, so wäre dies vielleicht das beste, feinste Cassis, das mir je in den Gaumen kam. Der ex-orbitante Preis dieses raren Pomerols ist die eine Sache, aber man muss auch zugeben, wenn man einem ganz grossen, besonders eleganten Wein begegnet. Und das ist heuer beim La Violette ganz sicher der Fall. Felicitation!
97 Robert Parker
Made of 100% Merlot, the deep garnet colored 2010 La Violette comes bounding out of the glass with notes of kirsch, black raspberries, baked cherries and mulberries plus wafts of stewed tea, cedar chest and dried Provence herbs. Full-bodied, the palate is still carrying a lot of oak with youthful black and red berry preserves layers and a chewy texture, finishing very long and spritely.
94 Wine Spectator
Quite lush, with inviting cherry preserves, plum sauce and cassis character. Very silky and refined, with perfumy tea and incense notes. Long. —J.M.
Produttore
Château La Violette
Château La Violette è una tenuta di Pomerol di dimensioni microscopiche che negli ultimi anni si è guadagnata uno status di culto. Fino al 2006, conosceva un’esistenza tranquilla, che alcuni potrebbero definire oscura. In quell'anno è stata acquistata dall'incredibilmente dinamica Catherine Péré-Vergé, proprietaria di Château Le Gay e Château Montviel, oltreché di diverse cantine in Argentina. Le viti si trovano sull'altopiano di Pomerol e sono incredibilmente ben posizionate, vicino a Trotanoy. Benché la proprietà si estenda per 3 ettari, a causa di un recente reimpianto, soltanto 1,4 ettari delle sue vecchie viti (alcune di oltre 50 anni) possono essere impiegati per produrre il vino, rendendolo particolarmente difficile da trovare. Una volta che le uve sono state diraspate a mano, vengono lasciate fermentate in modo insolito in botti nuove di rovere francese. Con Michel Rolland come consulente enologo, ha raggiunto il suo apice in entrambe le annate 2009 e 2010, ricevendo rispettivamente 98 e 100 punti.