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Henri Jayer

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Non c’è forse nessun altro coltivatore che abbia raggiunto lo status di Henri Jayer tra i collezionisti della Borgogna. Nato nel 1922, nonostante il suo aspetto “paysan” e le origini contadine, fu uno dei primi produttori di vino a frequentare la scuola di enologia (a Digione). Tale formazione lo condusse a introdurre notevoli cambiamenti nella coltivazione dei vigneti in Borgogna e nella produzione dei vini. In primo luogo, egli si oppose all’ampio uso di trattamenti chimici per le viti (pratica comune all’epoca) e sostenne l’aratura per controllare le erbe infestanti. Credeva inoltre nei bassi rendimenti e si rifiutava di filtrare i suoi vini poiché voleva che tutti i loro aromi naturali rimanessero intatti. E’ poi ritenuto l'inventore della macerazione a freddo delle uve prima della fermentazione (mantenendo le uve pigiate intatte con il loro succo a una temperatura più fredda prima della fermentazione), tecnica che consente a un maggiore numero di acini di venire in superficie e spesso di ottenere colori più intensi. Alcuni scettici, tuttavia, sostengono che questo è un fenomeno naturale sempre verificatosi in Borgogna in occasione dei raccolti più freschi e che quindi non è stato inventato da Henri Jayer. Ancora, evitava l’uso dei grappoli interi nella vinificazione poiché affermava che i raspi non avevano un buon sapore (nonostante aziende famose come Romanée-Conti li avessero sempre usati producendo vini leggendari). Tuttavia, il suo maggior contributo si può forse considerare il Vosne-Romanée Crox Parantoux, una vigna in posizione elevata sulla collina di Richebourg. All’epoca in cui iniziò a produrre vino, si trattava di un vigneto che aveva una scarsa reputazione e che era considerato troppo faticoso da lavorare e tale da non valerne la pena poiché il terreno era sottile e povero (appena sotto la sua superficie si trova infatti una grande roccia monolitica). Henri Jayer si rese conto dell’enorme potenziale e, in collaborazione con Madame Noirot-Camuzet, la proprietaria dell’epoca, iniziò a prendersi cura dei suoi vigneti in cambio di alcune uve. Successivamente, fu in grado di acquistare alcuni appezzamenti e produsse il suo vino più famoso, più costoso di molti grand cru. Tuttoggi, Méo Camuzet possiede ancora 0,3 ettari. Quando andò in pensione nel 1995, Henri Jayer lasciò i suoi vigneti al nipote Emmanuel Rouget che ha continuato a produrne i vini (benché la sua ultima annata di Richebourg sia stata il 1987). Anche se Emmanuel “ufficialmente” produceva sia i propri vini che quelli di Henri Jayer, quest'ultimo continuò a produrre piccole quantità di Cros Parantoux fino al 2001, la sua ultima annata, e aiutò a vinificare metà della produzione di Rouget fino al 2002. Henri Jayer morì nel 2006, lasciando un’eredità che continua a essere venerata.
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